Leonardo 
Vitamina B8, o Biotina, cos’è e a cosa serve, quanta Vitamina B8 al giorno, carenza e dosaggio massimo, come assumerla come integratore.
Che cos’è e a cosa serve
La vitamina B8, Biotina o Vitamina H è una vitamina idrosolubile che però non risulta particolarmente sensibile alle alte temperature e può essere prodotta dalla flora intestinale. È coinvolta nella scomposizione degli acidi grassi e del glucosio e al metabolismo delle proteine, aiuta a mantenere sotto controllo il colesterolo e lo zucchero nel sangue, inoltre mantiene unghie, capelli e pelle in salute.
ARTICOLO PRINCIPALE: Vitamina B8 o Biotina
Quanta vitamina B8 al giorno?
Secondo il Food and Nutrition Board al National Academies of Sciences, Engineering, and Medicine non è stato possibile stabilire una dose giornaliera consigliata perciò nella tabella in seguito sono elencati i livelli di assunzione adeguata:
- fino a 6 mesi – 5µg
- 7-12 mesi – 6µg
- 1-3 anni – 8µg
- 4-8 anni – 12µg
- 9-13 anni – 20µg
- 14-18 anni – 25µg
- da 19 anni – 30µg
- Incinta – 30µg
- Allattamento – 35µg
Anche se non vi sono dati precisi sull’assunzione media giornaliera di biotina nella popolazione degli stati uniti, si prendono in considerazione i dati degli altri paesi occidentali ove la media giornaliera risulta essere di circa 35-70µg. Per cui si stima che la maggior parte della popolazione ne assuma livelli adeguati.
Eccesso e dosaggio massimo
Il Food and Nutrition Board non è stato in grado di stabilire i limiti massimi di assunzione perché non ci sono dati di tossicità evidenziati negli esseri umani derivati da alte assunzioni di biotina. Diversi studi non hanno trovato effetti collaterali con 10-50 mg giornalieri, e fino a 200 mg giornalieri per via orale o 20 mg giornalieri per via endovenosa in pazienti con deficit di biotinidasi non producono sintomi di tossicità.
Alte assunzioni di biotina possono però rappresentare un altro tipo di rischio. L’assunzione oltre le dosi consigliate può causare modifiche significative nei risultati di diversi test clinici. Questi risultati errati possono portare a una gestione non adeguata del paziente o a un’errata diagnosi medica.
