Quali sono gli alimenti ricchi di naringina? Scopri cos’è, a cosa serve, dove si trova, chi non dovrebbe assumerla e in quali integratori trovarla.
Chi non dovrebbe assumere la naringina
Secondo alcuni studi naringina e naringenina, se assunte attraverso succhi di arancia o pompelmo, potrebbero avere delle interazioni con le cellule del fegato e inibire certi enzimi deputati alla metabolizzazione di farmaci e nutrienti. La naringina viene metabolizzata nell’uomo in naringenina, la sua forma agliconica, ovvero priva di zuccheri, che pesa poco più della metà a livello di massa molecolare. Questo significa che da 100 mg di naringina derivano circa 60 mg di naringenina.
Di seguito una serie di medicinali la cui attività potrebbe risultare alterata:
- Ansiolitici: Diazepam
- Antiaritmici : Carvedilolo, Amiodarone, Propafenone, Chinidina
- Antibiotici: Eritromicina, Ciprofloxacina e Claritromicina
- Antistaminici: Terfenedina, Fexofenadina, Montelukast
- Antimicotici: Itraconazolo e Fluconazolo
- Antipertensivi: Losartan e Enalapril
- Calcioantagonisti: Felodipina, Amlodipina, Diltiazem, Verapamil
- Corticosteroidi: Progesterone, Prednisone
- FANS: Meloxicam e Acido mefenamico
- Immunodepressori: Ciclosporina, Tacrolimus
- Inibitori di pompa protonica: Esomeprazolo, Omeprazolo
- Neurologici: Carbazepamina, Imipramina, Bupropione
- Ormonali: Finasteride, Anastrzolo
- Statine: Lovastatina, Atorvastatina, Simvastatina
Se è presente una di queste patologie non si dovrebbero assumere integratori o bevande ricche di questa sostanza senza l’autorizzazione del vostro medico.
Quali sono gli alimenti ricchi di naringina?
La naringina è contenuta principalmente negli agrumi, in particolar modo la si può trovare nel pompelmo, nel bergamotto e nelle arance amare. La troviamo anche in quantità minore nei limoni, nei mandarini, nei pomodori, nel cacao, nell’origano greco e nei fagioli.
Quali sono le funzioni della naringina?
La naringina è il maggior flavanone glicoside presente nel pompelmo. Viene metabolizzata nell’uomo in naringenina, la sua forma agliconica, ovvero priva di zuccheri, che pesa poco più della metà a livello di massa molecolare. Questo significa che da 100 mg di naringina derivano circa 60 mg di naringenina.
Si ritiene che entrambe queste sostanze abbiano effetti bioattivi sulla salute per via della loro azione antinfiammatoria, anti-radicali liberi e antiossidante contro l’invecchiamento cellulare. Sono inoltre promotrici del metabolismo dei carboidrati. La naringenina ha anche mostrato di poter ridurre i danni ossidativi del DNA in vitro. Questa sostanza ha anche una funzione antibatterica, antimicotica e antitumorale e alcuni studi sul succo di bergamotto ne attestano l’influenza.
Sono iniziate delle ricerche anche in campo antivirale relative a questa sostanza ed è stato cosi dimostrato che la naringenina riduce, ad esempio, la produzione del virus dell’epatite C. Inoltre, un nuovo studio italiano pubblicato su Pharmacological Research ha identificato proprio la naringina come possibile alleata per la cura del Covid-19, avendo questa sostanza la capacità preventiva di bloccare l’ingresso del virus e inibire la sua proliferazione quando è già entrato nelle cellule.
Condivide inoltre alcune proprietà con gli altri flavonoidi come riduttore della fragilità capillare, rafforzando i capillari sanguigni e la matrice dermica che sostiene la rete microvascolare.