Lattoferrina, cos’è e a cosa serve: scopri cos’è, a cosa serve, dove si trova, sintomi e cause del suo abuso, come assumerla come integratore.
Che cos’è la lattoferrina
La lattotransferrina conosciuta comunemente come lattoferrina è una siderofillina, ovvero una particolare tipologia di glicoproteina ad azione antimicrobica e ferro-trasportatrice. Rappresenta la principale riserva di ferro nel latte. Il latte bovino nello specifico contiene in particolare la lattoferrina bovina. In piccole quantità, questa sostanza viene prodotta anche dai neutrofili, delle cellule del sistema immunitario, e dalle ghiandole lacrimali e salivari, pertanto possiamo trovarla anche in varie secrezioni mucose, come lacrime e saliva.
A cosa serve la lattoferrina?
La lattoferrina è coinvolta principalmente nella regolazione dell’omeostasi del ferro. La sua funzione principale è infatti quella di legare il ferro e trasportarlo nel plasma. Ogni molecola è’ in grado di trasportare fino a 2 ioni ferrici (Fe3+).
La capacità di questa proteina di legare il ferro la rende una potente molecola antimicrobica e antiossidante, poiché il ferro è uno dei principali nutrienti che i batteri utilizzano per riprodursi e crescere. La lattoferrina ne impedisce la moltiplicazione, legando il ferro e sottraendolo quindi ai batteri. Il ferro è inoltre un minerale che in eccesso può agire come pro-ossidante, pertanto questa proteina può impedire che da esso si generino specie reattive dell’ossigeno, mediante la cosiddetta reazione di Fenton.
Oltre a essere un’ottima riserva e trasportatrice di ferro, la lattoferrina sembrerebbe avere altre proprietà benefiche per l’organismo umano. Questa proteina è infatti coinvolta nella risposta immunitaria del corpo alle infezioni, comprese quelle causate da batteri e virus. L’effetto antivirale della lattoferrina è relazionato alla sua capacità di legarsi ai glicosamminoglicani della membrana plasmatica, prevenendo l’ingresso del virus e bloccando l’infezione sul nascere; tale meccanismo è apparso efficace contro l’Herpes Simplex, i citomegalovirus, e l’HIV. Esistono anche alcune evidenze circa un possibile ruolo della lattoferrina come agente antitumorale, dimostrato in numerose occasioni su tumori chimicamente indotti in roditori da laboratorio.
Lattoferrina come cura contro il Covid: vero o falso?
Si stanno diffondendo sempre di più notizie sulla possibile capacità di questa proteina di prevenire o combattere l’infezione da SARS-Cov-2. I più recenti studi effettuati dall’Università di Roma Tor Vergata e La Sapienza hanno mostrato come la lattoferrina sia in grado di interagire con la Spike, glicoproteina esterna del Sars-Cov-2, impedendole di entrare all’interno delle cellule. Passando dal laboratorio alla clinica, si è osservato che somministrando ai pazienti affetti da Covid la forma liposomiale pura della lattoferrina i tempi di negativizzazione e la vitalità del virus si sono ridotti. Si è inoltre osservato che essa agisce soprattutto a livello della mucosa nasale, respiratoria e intestinale, ovvero le parti del nostro corpo in cui il virus si va a moltiplicare.
Logicamente la ricerca sta attualmente osservando i risultati ottenuti solo su pazienti che hanno già contratto l’infezione. Pertanto non ci sono ancora dati sugli effetti di questa proteina in termini di prevenzione.
Il campione studiato è inoltre costituito da un numero ancora troppo basso. Questi dati devono quindi essere confermati anche su una popolazione più ampia per avere informazioni più precise. Tra l’altro non si tratterebbe di una cura, poiché la lattoferrina non è in grado di uccidere il virus, bensì è in grado di creare un ambiente sfavorevole alla sopravvivenza del virus.
Allo stesso tempo, i ricercatori affermano che il trattamento con lattoferrina può costituire un tamponamento temporaneo in attesa dell’arrivo del vaccino.
In quali alimenti è presente la lattoferrina
Questa sostanza è presente nel latte di tutti i mammiferi; il latte umano ne contiene circa 2 grammi al litro. Essa è inoltre costituita per il 3% da zuccheri come il mannosio e il fruttosio, mentre il lattosio non è presente nella struttura chimica della lattoferrina, pertanto può essere assunta tranquillamente anche dai soggetti che presentano intolleranza a tale zucchero. Anche chi presenta allergia alle proteine del latte può assumere la lattoferrina: l’allergia, infatti, è verso altre proteine ossia le caseine, l’alfa-lattoalbumina e la beta-lattoglobulina.
Qual è il fabbisogno giornaliero di lattoferrina?
La lattoferrina rientra nel documento del Ministero della Salute “Altri nutrienti e altre sostanze ad effetto nutritivo o fisiologico” e in particolare nell’elenco “Sostanze con apporto massimo giornaliero definito“, che per questa sostanza risulta essere 200 mg.
Le cause e i sintomi dell’abuso di lattoferrina
Solitamente il consumo di lattoferrina risulta ben tollerato. Bisogna comunque fare attenzione a non prolungare eccessivamente l’assunzione di questa sostanza. A dosi elevate essa può infatti causare diarrea, eruzioni cutanee, perdita di appetito, stanchezza, brividi e costipazione.
Oltre alla capacità di legare il ferro, questa proteina è anche in grado di legare altri metalli come rame e manganese. In caso quindi di assunzione di dosi elevate di lattoferrina può verificarsi una carenza di tali minerali.
La sicurezza a lungo termine dell’uso di questa proteina non è nota e non si sa nemmeno se essa interferisca con i farmaci. Bisogna quindi tenere presente che l’autotrattamento di una condizione e la scelta di evitare o ritardare le cure standard possono avere gravi conseguenze sulla salute. Le informazioni riportate rappresentano infatti indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.